MIFID2 Il valore della trasparenza
Uno degli obiettivi della normativa europea è quello di rendere chiari e trasparenti i costi dei servizi finanziari sostenuti dai risparmiatori italiani che spesso pagano(caro) e non lo sanno come dimostrato dal rapporto Consob 2018. E quanto pare in Italia mettere per iscritto i costi dei prodotti finanziari (come richiesto dalla direttiva MiFID 2) è come stendere un panno rosso davanti ad un toro visto che l'industria del risparmio gestito vanta il primato poco invidiabile di far pagare ai propri sottoscrittori fra i costi più elevati di tutta Europa
Richiedere adesso di aprire un tavolo europeo di consultazione su come rendicontare i costi sospendendo l’invio dei rendiconti ai risparmiatori previsto per Marzo 2019 appare quindi bizzarro, sarebbe come chiedere all'arbrito di sospendere la partita quando perdo 0-2 perchè non so interpretare le regole del gioco su quanti giocatori posso sostituire.
Eppure, la normativa europea non lascia dubbi in merito: il cliente dovrà capire perché paga, quanto paga e a chi paga. In sostanza, nel rendiconto di fine anno occorre illustrare con semplicità e trasparenza l'incidenza del costo totale sul rendimento.
Come si intuisce, ll principale nodo è relativo a quanta trasparenza dare all’incidenza dei costi sulla redditività. E in un anno avaro di rendimenti è molto probabile che il cliente capisca di pagare anche quando non guadagna soldi.
Inoltre, dietro il costo complessivo c’è una filiera di soggetti e toccherà come al solito ai consulenti il compito di motivare, in alcuni casi giustificare, la remunerazione di tutti.
Ritengo che essere trasparenti sia un valore fondamentale per un professionista come il consulente su cui costruire con il suo cliente un rapporto basato sulla fiducia. Questa melina dell'industria finanziaria rischia solo di mettere in difficoltà il consulente perchè toccherà a lui mettere la faccia e giustificare i costi di tutti.
Richiedere adesso di aprire un tavolo europeo di consultazione su come rendicontare i costi sospendendo l’invio dei rendiconti ai risparmiatori previsto per Marzo 2019 appare quindi bizzarro, sarebbe come chiedere all'arbrito di sospendere la partita quando perdo 0-2 perchè non so interpretare le regole del gioco su quanti giocatori posso sostituire.
Eppure, la normativa europea non lascia dubbi in merito: il cliente dovrà capire perché paga, quanto paga e a chi paga. In sostanza, nel rendiconto di fine anno occorre illustrare con semplicità e trasparenza l'incidenza del costo totale sul rendimento.
Come si intuisce, ll principale nodo è relativo a quanta trasparenza dare all’incidenza dei costi sulla redditività. E in un anno avaro di rendimenti è molto probabile che il cliente capisca di pagare anche quando non guadagna soldi.
Inoltre, dietro il costo complessivo c’è una filiera di soggetti e toccherà come al solito ai consulenti il compito di motivare, in alcuni casi giustificare, la remunerazione di tutti.
Ritengo che essere trasparenti sia un valore fondamentale per un professionista come il consulente su cui costruire con il suo cliente un rapporto basato sulla fiducia. Questa melina dell'industria finanziaria rischia solo di mettere in difficoltà il consulente perchè toccherà a lui mettere la faccia e giustificare i costi di tutti.
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Commenti
Una domanda del genere si commenta da sola, e dovrebbe destare preoccupazione. E i tempi si allungano ancora.
Forse perché, come indica la CONSOB, l' investitore è convinto di non pagare nessun servizio? Mentre con il rendiconto scoprirà di pagare commissioni al proprio intermediario anche quando si stanno perdendo soldi?
Aspettiamo fiduciosi l'applicazione concreta dei principi della Mifid2.